LE STUOIE di CANNE
(modo di confezionarle
a Milis)
Le
canne più pregiate
sono quelle di
Tramata.
Bisogna tagliarle
nel periodo giusto (Dicembre-Gennaio) e lasciarle seccare per due o tre mesi perché le stuoie non possono essere fatte con canne fresche.
Dopo
che si è
stabilita la grandezza
della stuoia si
tagliano le canne della lunghezza
desiderata che poi
costituirà la larghezza
e la lunghezza
della stuoia. Bisogna
ricordare di tagliare
le canna circa
20 centimetri più
lunghe perché un
pezzo della canna
viene ripiegato ed
incastrato dietro la
stuoia per evitare
che si disfi
Fatto
questo si fa
uno spacco lungo
un lato di tutta la lunghezza
delle canne, le
si pesta con
un martello di
legno in corrispondenza dei nodi, le si
pulisce da eventuali
residui di foglie
secche e le si
apre in modo
che rimangano larghe
e piatte. Se le
canne sono troppo
secche le si
bagna. La stuoia si
fa sistemando la
parte lucida (quella
esterna) della canna verso
terra e la
parte interna verso
l’operatore perché in questo
modo le canne
si piegano più
facilmente.
Si inizia
a lavorare con
6 canne di
base che costituiranno
la lunghezza della stuoia
(ordito). Tra queste verranno
inserite, seguendo una particolare
formula, le altre
canne che costituiranno
la larghezza della stuoia (trama). L’operatore
sistema le sei canne
parallele tra loro e
si siede al
centro. Nella sistemazione
le canne vanno
alternate di punta
e coda per
dare una forma
regolare alla stuoia.
Per
fare una stuoia
si procede in 4 fasi
successive:
(ordito)
(trama)
A B C
D E F
1°) - Si sollevano le
due canne centrali
dell'ordito (C+D)
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| | |
| | e
si inserisce sotto
una canna della
trama.
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| | |
| | 2°) – Si
sollevano la seconda,
la terza e
la sesta
1° 2°
3° 4° 5° 6°
canna dell'ordito (B+C+F) e si
inserisce sotto una
canna
della trama.
3°) – Si sollevano
la prima, la
seconda, la quinta
e la
sesta canna dell'ordito (A+B+E+F) e
si inserisce sotto
una canna della trama.
4°) – Si sollevano
la prima, la
quarta e la
quinta canna
dell'ordito (A+D+E) e si
inserisce sotto una
canna della trama.
Dopo
di che si
ripete la fase
1°) sollevando le due
canne centrali (C+D) e si
inserisce sotto una
canna e così
via ripetendo in
ordine
tutte le altre
fasi.
Un
volta giunti alla
fine delle canne,
l’operatore ripiega i
pezzi di canne
lasciati per chiudere
la stuoia e
ritorna al centro
della stuoia per procedere nello
stesso modo di
prima verso l’estremità
opposta ricordandosi però di invertire
l’ordine delle canne da sollevare;
infatti la canna
A diventa F,
quella B diventa
E e così
via.
Ecco
come il signor
Giorgio Enna
di Milis
inizia a fare
una stuoia di canne.
(foto di A.
Meridda 1986)
Anche Marieddu Murgia, figlio d'arte da
diverse generazioni, inizia la stuoia allo
stesso modo.
Si
usa questo sistema
complicato di tessitura
perché la stuoia
fatta in questo
modo risulta flessibile
in tutte le
direzioni, sia che
la si pieghi
dai lati che
dagli spigoli e
la si può
arrotolare senza che
si formino delle
aperture tra le
file delle canne.
Infatti queste stuoie arrotolate
non vengono usate solo
per contenere della merce grossa,come
arance ecc, ma
anche granaglie (grano, orzo
ecc) che potrebbero fuoriuscire
da eventuali fessure.
(2)
“Tipico
contenitore per granaglie”.
Una volta
riempito, si prelevava
la quantità
desiderata delle granaglie
attraverso lo
sportellino posto alla sua
base.
Una
volta terminata la
parte centrale della
stuoia si procede al confezionamento delle
parti laterali.
L’operatore
si siede nuovamente
al centro e rivolto verso
un lato prende come
punto di riferimento
la “PRIMA CANNA”
della trama che
ha inserito tra
quelle dell’ordito.
Questa
canna la chiameremo
(PC) e sarà
l’asse centrale attorno
al quale procederà
il lavoro.
1)- Inserendo
una canna, tra
quelle laterali libere,
si coprirà la
canna
(PC) assieme
a quella che
sta alla sua destra ed a due
a due, si
scopriranno e
copriranno tutte le
altre canne che
stanno sulla destra
e sulla
sinistra dell’operatore.
2)- Inserendo
una seconda canna
si coprirà la
canna (PC) assieme
a
quella che
sta alla sua
sinistra e si
procederà scoprendo e
coprendo
a due
a due tutte le
altre canne a destra e a sinistra.
3)- inserendo
una terza canna
si lascerà scoperta la
canna (PC) assieme
a quella che
sta alla sua
destra e si
procederà coprendo e scoprendo
a due a due tutte
le altre canne a destra e a sinistra.
4)- Inserendo
una quarta canna
si lascerà scoperta la
canna (PC)
assieme a
quella che sta
alla sua sinistra
e si procederà
coprendo
e scoprendo
a due a due tutte le
altre canne a destra e a sinistra.
Dopo
di che si ripeterà
l’operazione come al
punto 1) e
così via
sino alla
fine del lato
della stuoia, si
piegheranno le estremità
delle
canne per
chiuderla e poi,
tornati al centro,
l’operatore ripeterà gli
stessi passaggi
per il lato opposto della
stuoia ancora da
fare.
Altro
metodo non in
uso a Milis
Un metodo
più semplice lo si può
utilizzare se si
ha la possibilità
di fissare
saldamente a due
a due, sopra e
sotto una canna
(che
può essere
uguale alla larghezza
della stuoia), tutte
le altre canne
che ne costituiranno
la lunghezza.
| | | | | | | | | | | | | | |
| | | | | | | 1) Possiamo
iniziare dall’angolo in
basso
|
| | | | | | | | | | | | | | | | | | | | |
a sinistra fissando
sotto la canna
| | | | | | | | | | | | | | |
| | | | | | | orizzontale due canne
verticali. A fianco
ne
| | | | | | | | | | | | | | |
| | | | | | | fisseremo due
sopra e poi,
ancora a fianco,
| | | | | | | | | | | | | | |
| | | | | | | due sotto
e così via.
| | | | | | | | | | | | | | |
| | | | | | |
| | | | | | | | | | | | | | |
| | | | | | | 2) Inserendo una seconda canna lasceremo
| | | | | | | | | | | | | | |
| | | | | | | sotto la
prima canna di
sinistra, le due
| | | |
| | | | | | | | | | | | | | | | | | di fianco
sopra e così
di seguito ----------------------------- lasciando
sopra e sotto tutte
le altre canne
sempre
a due a due.
3) Inserendo la
terza canna lasceremo
sopra le prime
due canne di
sinistra
e sotto le
due alla loro
destra e così
via sempre a
due
a
due.
4) Inserendo la
quarta canna lasceremo
sopra la prima
canna di
sinistra
e sotto la
seconda e la
terza e poi
di seguito a
due a
due
sopra e sotto.
Al quinto
passaggio si procede
come al primo
e così sino
alla fine.
Bisognerà
sempre ricordarsi di
lasciare un pezzo
di canna sporgente
da ripiegare dietro
la stuoia per
la chiusura.
Queste
canne da ripiegare
sono sempre quelle
che stanno sopra,
dalla parte lucida
delle canne, perché
quelle di sotto
si tagliano a
filo col bordo della
stuoia.
§- Il
modo di fare
le stuoie con
la formula sopra
descritta è molto
antico e ne
abbiamo testimonianza in
ritrovamenti di ceramiche risalenti al
periodo “Neolitico” (circa
5000 anni fa)
sulle quali è rimasta
impressa la figura
della stuoia di
canne.

Il
nome dato a
queste stuoie varia
in tutta la
Sardegna; Orriu, Lossia, Locri,
Kadinu, ecc.
Il
Wagner nel suo
vocabolario alla voce
Kadinu dice che a
Milis questo
tipo di stuoie,
largamente confezionate e
usate per
trasportare e
riporvi le arance,
vengono chiamate “ Kadinu
de
Bretta (Pretta in
campidanese vuol dire
treccia forse a
significare
che si
tratta di stuoie
fatte con canne
intrecciate e non
tessute)
ma oggi
a Milis nessuno
più ricorda questo
nome e tutti
le
chiamano “Is
Orrius”.
“LA
TESSITURA”
Pettine
per cardare il
lino
(laminai
o pettinai su
li(n)u)
Pettine
per cardare la
lana
(laminai
o pettinai sa la(n)a )
Con
la lana pettinata
si
fanno
i pennecchi.
(is pinnizzus(u))
Due tipi di
Rocche o Conocchie dove si infila
il Pennecchio
di lana o
di lino per
filarlo.
(is cannugas(a))
La
Macchina per filare
(Filadera o Filatoriu)
e il Fuso (Su
Fusu)
Dopo
la filatura si
fa
il
gomitolo (su Lomburu).
Se
il filato deve
essere tinto
si
usa l’Aspo (sa Naspa)
per
fare
le matasse (is Madassas(a)).
Dopo
essere state tinte
le matasse
vengono
infilate nell’Arcolaio
(s’Arcolariu) per
rifare i gomitoli.
Con
i gomitoli si
prepara
l’ordito
(s’Ordinzu) per il
telaio.
Is Ispoladores.
Macchine per preparare
i rocchetti
(is Canneddus(u)) nei
quali viene
avvolto
il filo di
lino, di lana o
di
cotone.
Le
Spole (sa Spola)
dentro
le quali si inseriscono
i rocchetti.
La
prima, tutta aperta, serve
per la lana
e
la seconda
per il lino ed il cotone.
Macchina
per preparare
i
Licci (is Lizzus(u)) nei
quali
passano i fili
dell’ordito.
I
licci vengono inseriti
tra due canne
che sono comandate dai
pedali del
telaio
che le abbassano
o le alzano
aprendo
o chiudendo così
i fili
dell’ordito
che sono prigionieri
al
centro
dei licci.
Il
Pettine del telaio
(su Pettini)
è
fatto di canna
e attraverso
le sue numerose
fessure
passano
i fili dell’ordito.
Viene
messo dentro la
Cassa
del telaio (sa Cassia)
che
batte
per infittire la
tessitura.
Il
Telaio
(su Tolarzu)
« Su Cuaddu
de
Is
Fusus(u) »
La
Rastrelliera dove
vengono riposti
quasi tutti gli attrezzi usati
per
la tessitura.
Modellino
di “Gualchiera”
(sa Cracchera).
Con
queste macchine
idrauliche
veniva
“follato” (ammorbidito)
il
tessuto di orbace
-lana con lana -(su Foresi)
§- Oltre alla
lana ed al
lino, anticamente in
Sardegna veniva
filato e
tessuto anche il preziosissimo “Bisso” (chiamato anche
Seta Marina)
ottenuto dal mollusco
bivalve “Pinna Nobilis” molto
comune
nei mari della Sardegna (ora protetta).
“Il
Bisso”
( grezzo e ripulito )
La
Pinna Nobilis, detta
comunemente
“Nacchera”,
che produce
il bisso col
quale
si fissa al
fondo
del
mare.
§- In Sardegna
si usa tessere
anche giunchi, canne e
bastoncelli per
ottenere delle particolari
stuoie (is Istoias(a)).
Il
telaio usato è
molto semplice e
di tipo verticale.
Telaio
per tessere
le
stuoie.
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(Curiosità)
Anticamente
i bambini di Ozieri in provincia di Sassari cantavano, saltellando
in
cerchio e tenendosi
per mano, una “Filastrocca”
che parla della
tessitura.
Leppere …leppere
(Lepre….lepre
Imparami a
tessere Insegnami
a tessere
E a
filare,
E
a filare,
Tottu sos
canese Tutti i cani
Mi pigana
a mossu, Mi mordono,
Ossu, ossu, ossu. Osso,
osso, osso).
Il ballo si
fermava di colpo
e tutti i
bambini, piegandosi sulle
ginocchia, si accucciavano a
terra.
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Testo ricerca e
immagini di
Maria Murru Manunta
Angelo Meridda
Dessena - Milis -
Maggio 1986