In questa immagine raffigurante la facciata del museo è rappresentata una riproduzione fedele dei numeri civici che furono assegnati alle case Milesi intorno al 1870/1871.
Poiché l'esatto numero assegnato è andato perduto è stata utilizzata una mappa catastale della fine dell'ottocento dove sono evidenziate in rosso tutte le case d'abitazione. Partendo da un numero ancora esistente in una casa vicina, si è dedotto che, verosimilmente, la casa ospitante il museo avesse come numero il 473 (con uno scarto di due o tre numeri). La riproduzione fedele è stata possibile grazie al fatto che a tutt'oggi in alcune case è possibile leggere le vecchie scritte riportanti la primitiva numerazione civica assegnata per legge alle abitazioni dopo l'Unità D'Italia. Questo è Il numero civico originale dal quale si è partiti per calcolare quello della casa museo. Da una accurata ricerca si è dedotto che la numerazione era progressiva ed i numeri venivano assegnati solo alle porte delle case d'abitazione e non agli altri ingressi delle stalle o dei cortili. A fianco della porta c'era sempre almeno un anello in ferro per poter legare gli animali. Sa Stradedda (la Panchina) Oltre che per sedersi serviva anche per salire più agevolmente a cavallo. Il Picchiotto a forma di manina. Il picchiotto durante la notte veniva fasciato con uno straccio per impedire che suonasse quando si apriva o chiudeva la porta. In questo modo i vicini di casa non sentivano se qualcuno entrava o usciva dalla casa. |
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